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VILLA BARTOLOMEA - Pubblicato il divieto temporaneo di consumo del pesce pescato nelle zone PFAS
"Fino al 30 giugno prossimo non sarà possibile consumare il pesce pescato nei comuni interessati dall'inquinamento da PFAS Zona Rossa che riguarda molti comuni del veronese, padovano e vicentino. Villa Bartolomea è esclusa"
Con l’ordinanza numero 5 dell’8 gennaio 2019 il presidente del Veneto Luca Zaia ha disposto il divieto temporaneo, sino al 30 giugno 2019, del consumo di pesce pescato proveniente dalle aree dove sono state riscontrate positività analitiche per i PFAS. La cosiddetta Zona Rossa comprende la vasta area del Veneto le cui falde acquifere sono state avvelenate dall’acido perfluorottansolfonico, PFAS appunto, e che, come detto, abbraccia le tre province di Verona, Padova e Vicenza.
Solo a marzo del 2018 il Governo aveva decretato lo stato di emergenza con la nomina di Nicola dell'Acqua, veronese, già direttore dell'Arpav, dopo le tante battaglie portate avanti dai cittadini di quei luoghi.
Ora arriva ora una nuova ordinanza dalla Regione che prevede un’ulteriore misura di natura precauzionale a tutela della salute pubblica.
Dalla zona rossa è attualmente escluso il territorio del Comune di Villa Bartolomea.
Già lo scorso settembre il sindaco Andrea Tuzza si era adoperato per fa rientrare anche il suo comune nella Zona Rossa anche in considerazione che molti cittadini consumano l'acqua nei comuni limitrofi per motivi di lavoro o di studio soprattutto con la vicinanza con Legnago.
Come risposta il 12 ottobre il primo cittadino riceveva in risposta (vedi documento) che il comune di Villa Bartolomea era escluso dall'ambito di inquinamento ambientale da PFAS.
La risposta dell'ASL Scaligera 9 non spiega tuttavia se sono stati fatti dei controlli a campione della popolazione comunale. (11/01/2019)