"A voi dedico ogni singola iniezione che mi sono dovuta fare, ogni ematoma distribuito sul mio corpo, ogni pastiglia che devo mandare giù tutti i giorni, ogni minuto di veglia al buio, ogni sfarfallio che avverto nel petto"
EDIT. Questo post è stato pensato e scritto per il mio profilo, mai avrei pensato che avrebbe avuto una simile visibilità, al di fuori dei miei soliti tre o quattro commentatori. Siete liberi di non credermi, vivo lo stesso, ma a chi mi dà del fake consiglio di rileggersi le regole sulla privacy di facebook. Vi dico solo che, certi commenti, sotto al post di una persona che ha un disturbo post traumatico da stress, possono avere effetti devastanti. Fortunatamente riconosco l'ignoranza e tiro avanti, ma dovete vergognarvi. TANTO.
Mi chiamo Giulia, ho 30 anni e
sono un'infermiera. Nel mese di marzo mi sono ammalata di Covid-19.
Inizialmente, nella sfortuna, ho pensato di essere stata fortunata, di
averla "sfangata" con pochi sintomi, senza che fosse necessario il
ricovero in ospedale.. un po' di febbre, qualche dolore muscolare,
difficoltà respiratorie lievi e risolte in pochi giorni, un solo accesso
in ospedale per broncospasmo.
Niente di che, insomma.
I
problemi sono iniziati circa dieci giorni dopo la mia negativizzazione
al tampone.
Uno strano dolore alla gamba, un esame al volo e la diagnosi
di Trombosi Venosa Profonda. Il che significa che in una vena della mia
gamba (dopo qualche giorno, in due vene diverse) si era formato un
coagulo così grosso da non far passare più il sangue. Ho 30 anni, e il
mio sangue coagula come quello di un vecchietto allettato.
Da lì, il mio calvario.
Sono stata vista da: chirurgo vascolare, chirurgo generale, ematologo, psichiatra, medico d'urgenza e cardiologo.
Ho eseguito 5 eco-doppler alla gamba, un'ecografia della parete
muscolare dell'addome, una lastra del torace, una TAC torace e arto
inferiore con mezzo di contrasto, un ECG-holter delle 24h, un ecocardio e
un'infinità di esami del sangue.
Mi sono sentita diagnosticare una
doppia trombosi venosa profonda con riduzione del flusso persistente
dopo due mesi di terapia e parziale dilatazione della vena, una
tachicardia sinusale con battiti ectopici ventricolari e
sopraventricolari, un disturbo post-traumatico da stress con insonnia,
una vasculite post covid-19.
Ho avuto spesso, troppo spesso, paura.
Tanta. Paura di non poter mai più tornare a svolgere il mio lavoro come
prima, paura di morire. Mi hanno imbottita di psicofarmaci prima di
capire che non era l'ansia la causa della tachicardia, ma mi hanno detto
di continuare a prenderli, per dormire. Peccato che io non dorma da
settimane. Ogni notte mi sveglio a causa degli incubi che faccio.
Dormirò sì e no 4 ore.
Convivo con un fantasma, quello della malattia.
Sono arrivata ad odiare la mia casa, diventata una prigione da ormai 79 giorni.
Questo post l'ho scritto in realtà per fare una dedica speciale.
Lo dedico a voi maledetti complottisti, che sostenete che il virus non
esista, che sia stato creato per far guadagnare soldi a Bill Gates, che
vi stiano mentendo e la situazione non sia così grave come sembra, che
non volete mettervi la mascherina perchè vi farà morire di ipercapnia
(che manco sapete cosa sia), che vi ammassate nelle piazze perchè non
avete paura di un virus che uccide solo i vecchi, che sostenete che il
virus sia un problema solo per chi ha malattie gravi e invalidanti.... e
tante altre puttanate.
A voi che pensate che tanto non vi capiterà
mai niente, dedico la foto della terapia che ho dovuto prendere negli
ultimi due mesi e che continuerò a prendere non so per quanto tempo. E
ho SOLO trent'anni.
A voi dedico ogni singola iniezione che mi sono
dovuta fare, ogni ematoma distribuito sul mio corpo, ogni pastiglia che
devo mandare giù tutti i giorni, ogni minuto di veglia al buio, ogni
sfarfallio che avverto nel petto.
Con affetto, Giulia.
(foto: tutti i diritti dell'autore riservati) (05/06/2020)