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ELZEVIRO - La puntina

"Nel discorso di Capodanno l'artista Natalino Balasso conclude con una metafora sull'abitudine al male, fino a non pensarci più"



Ti fa ancora male al ginocchio?
Una mattina ti svegli e incontri un dolore nuovo.
Hai come l'impressione che nella notte un folletto dispettoso ti abbia ficcato una puntina nel ginocchio.
Son quei piccoli mali che poi passano.
Dopo qualche giorno hai già dimenticato la puntina e sei convinto che in qualche modo uno spirito del bene te l'abbia tolta dal ginocchio.
Non ci pensi più, finché non la senti di nuovo, conficcata un po' di più.
Ci mette un po' di più  a passare il dolore, ma passa e poi ogni tanto ritorna.
Ritorna sempre più spesso e passa sempre più tardi.
Finché arriva il giorno in cui entri in un nuovo scompartimento del dolore e capisci che tu e la puntina non potrete più fare a meno l'uno dell'altra.
E poi ci fai una assuefazione tale che il dolore non lo senti neanche più.
Ci hai fatto il callo.
La vita è fare il callo ai dolori.
E anche nei giorni in cui ti sembra che la puntina sia caduta come una zecca rinsecchita che non riesce più a succhiare il sangue, sai che c'è.
Non sembra ma invece è lì, sta solo prendendo fiato.
Fare l'abitudine al male fino a pensare che non ci sia più il male.
Metterci in coda nella liturgia sociale della crudeltà.
Vivere nell'allucinazione che vivere col male sia ancora vivere, fino a non scandalizzarsi più.
Poi una mattina parli con un uomo di medicina, il quale ti spiega che la puntina nel ginocchio, ce l'hai messa tu! 

Natalino Balasso Discorso di Capodanno 2020

(01/01/2020)