"Il ritorno della prescrizione e il recovery fund decentrato favoriscono le infiltrazione mafiose nell'economia, ne abbiamo veramente bisogno?"
La prescrizione penale ha avuto i termini già tagliati dalla legge ex-Cirielli. Questi termini, troppo brevi, stanno salvando gli imputati della strage di Viareggio.
Ma a chi gioverebbe un ritorno alla vecchia prescrizione di sette anni e mezzo anni con processi che durano lo stesso tempo in primo grado, se non di più?
Certamente alle centinaia di imputati per piccoli reati che oggi non possono più contare sulla prescrizione dopo il primo grado di giudizio anche in caso di assoluzione.
Tuttavia i piccoli reati sono spesso reati "chiavistello" per reati più importanti della criminalità organizzata. Giusto colpirli sul nascere con la nuova prescrizione voluta dal Movimento 5 Stelle.
Come pure ne gioverebbero gli imputati per i reati con condanne più elevate: pensiamo all'imminente maxiprocesso Rinascita-Scott che potrebbe portare a condanne per diverse decine di anni, se non all'ergastolo diversi appartenenti alla 'ndrangheta.
Dunque un grande favore all'ndrangheta e alla malavita infiltrata nella politica, che teme così di essere colpita da condanne e forse anche da un'ondata di "pentiti" che vorrebbero sottrarsi al carcere duro.
Altro tema motivo della crisi del Governo è la richiesta di una gestione decentrata del recovery fund, i fondi europei di oltre 200 miliardi di euro, per la ripresa economica dopo la pandemia.
Il Governo ha scelto la cabina di regia unica nazionale formata da consulenti tecnici e non politici per supervisionare i singoli progetti.
Ma c'è chi vorrebbe una gestione decentrata lasciata agli enti locali. Questo porterebbe ad un serie di subappalti a favore di società di dubbia origine con vantaggio immediato per le mafie.
Adesso basta!
(foto: pixabay) (25/01/2021)