"Oltre all'accusa di complicità in genocidio, il Governo Italiano rischierebbe di essere condannato anche per il blocco della Global Sumud Flotilla che non ha difeso in acque internazionali"
Il gruppo Giuristi e avvocati per la Palestina (Gap) ha annunciato un'azione legale contro il Governo Italiano e Leonardo Spa davanti alla Corte penale internazionale (CPI) per complicità in crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, e un’altra per la mancata protezione della Global Sumud Flotilla in acque internazionali, mentre cercava di portare aiuti umanitari a Gaza, trattandosi territorio nazionale.
La tesi sarebbe che se c’è un’attività di collaborazione sostanziale con le autorità israeliane che commettono crimini, significa che le autorità italiane stanno concorrendo nel reato che viene commesso.
Il Governo Italiano avrebbe dovuto interrompere la cooperazione militare con Israele compresa la fornitura di armi e munizioni. Dopo il 7 ottobre 2023, il Governo ha sospeso soltanto le nuove licenze di esportazione, senza però bloccare quelle già attive.
A ciò si aggiungerebbe la decisione dell’esecutivo di sospendere i finanziamenti all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite che assiste i rifugiati palestinesi.
Inoltre il Governo avrebbe dovuto proteggere realmente la Global Sumud Flotilla e i suoi membri dopo che le navi civili erano state intercettate in acque internazionali e i loro membri arrestati.
L’intervento militare sarebbe illegittimo perché è avvenuto in acque internazionali sulle quali Israele non ha nessuna legittimità a intervenire e per questo potrebbe essere assimilabile al reato di pirateria, nonché violenza privata e sequestro di persona.
Chiedere di rispettare il blocco israeliano e ritenerlo quindi legittimo significherebbe concorrere nei crimini di guerra e genocidio, perché è strumentale alla continuazione dell’offensiva all’interno della Striscia e anche all’utilizzo della fame come arma.
Un altro illecito riguarderebbe la decisione di ritirare la nave della Marina inviata solo per un tratto ad accompagnare la Flotilla. Tirarsi indietro e quindi negare assistenza significherebbe omettere l’esercizio del dovere di tutela soprattutto in acque internazionali e quindi facilitare in qualche modo la commissione di un reato.
(foto: pixabay) (05/10/2025)