"Se verrà confermato dal Decreto Lavoro, il lavoratore che si assenta senza giustificazione per più di 5 giorni verrà ritenuto dimissionario perdendo la disoccupazione"
Il nuovo decreto Lavoro
prevede infatti che quando l’assenza ingiustificata del
lavoratore si protrae oltre il termine previsto dal contratto nazionale applicato in
azienda (quindi anche un giorno!) o oltre i cinque giorni lavorativi, il rapporto di lavoro verrà
considerato risolto per volontà del lavoratore.
Il datore non
dovrà quindi procedere al licenziamento e il
lavoratore non avrà diritto all’indennità di disoccupazione, che può
essere richiesta dai dipendenti che hanno perdono involontariamente il
lavoro.
Ma che succede se il lavoratore o la lavotrice si asssentano per caua di forza maggiore (es. malattia di un congiunto, blocco della viabilità etc) o se il datore blocca l'accesso all'azienda?
Pare evidente che un istituto che si basa su un comportamento "tacito" non è sostenibile.
Fino ad oggi infatti il lavoratore che si assentava senza giustificazione rimaneva iscritto nel libro paga del datore di lavoro che si doveva attivare per sollecitare il lavoratore a tornare al lavoro o procedere al licenziamento.
Ora una presunzione tacita di dimissioni indebilisce nuovamente il lavoratore. Tanto valeva istituire il "licenziamento tacito".
Al lavoratore non resterà che dimettersi per giusta causa.
(logo: pixabay) (05/05/2023)
Aggiornamento: Dopo un anno e mezzo è entrato in vigore il disegno di legge Lavoro che introduce le dimissioni volontarie del lavoratore per assenza ingiustificata per più di 15 giorni dal lavoro.
Oltre a diventare delle "dimissioni in bianco" in tutti i casi di comportamento illegittimo del datore di lavoro: allontanamento del lavoratore, impedimento ad entrare al lavoro, trasferimento ad altra sede e tutti i comportamenti che provocano l'assenza del lavoratore dal luogo di lavoro.
Una norma che viola comunque la libertà del lavoratore che deve esprimere chiaramente la sua volontà: come nel caso di dimissioni per giusta causa dopo 15 giorni di assenza, magari per mobbing.
A dover vigilare resterà l'Ispettorato del Lavoro che potrà (non dovrà) verificare il motivo effettivo dell'assenza: dovrà scrivere per forza al lavoratore non presente per avere conferma dell'assenza ingiustificata.
Infatti se si verificasse un successivo contenzioso (o peggio la morte non denunciata del lavoratore sul posto di lavoro) sarà responsabilità dell'Ispettorato dimostrare di aver verificato i motivi dell'assenza o rischierà di risponderne in sede penale e di richiesta risarcitoria.
Un bel problema vista la carenza di personale che si trasformerà in richieste risarcitorie allo Stato per omessa vigilanza.
(12/12/2024)