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AFFI - Presentazione del Referendum Autonomia Veneto

L’Amministrazione Comunale di Affi invita tutta la cittadinanza il prossimo lunedì 16 Ottobre alle ore 20.30 nella sala civica Cà del Rì ad un incontro informativo sul Referendum per l'Autonomia del Veneto del 22 Ottobre.
All'incontro parteciperanno il sindaco Roberto Bonometti, Piergiorgio Zorzi, consigliere Provinciale Lega Nord, Giovanna Negro consigliere Regionale di Fare con Flavio Tosi e Davide Bendinelli coordinatore Provinciale di Forza Italia.
Il referendum sarà solo consultivo come previsto dal terzo comma dell’articolo 116 che riconosce infatti alle Regioni a statuto ordinario la possibilità di accedere a condizioni differenziate di autonomia. Non è stata ammessa in quanto illegittimi una serie di quesiti in materia fiscale proposti dalla Regione Veneto ma respinti dalla Consulta.
LOMBARDIA. Per la Lombardia il quesito chiede «di intraprendere le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma».
Non è previsto il quorum, il voto sarà elettronico per mezzo di tablet, non è prevista la scheda elettorale e nemmeno il voto nullo. Sia il quesito che il voto elettronico sono stati approvati con l'appoggio dei 9 consiglieri del Movimento 5 Stelle.
VENETO: Il quesito più semplice è in seguente: «Vuoi che alla Regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?»,per effetto del suo stesso statuto, in Veneto è previsto il quorum (50 per cento più uno degli aventi diritto) e si voterà con la normale scheda elettorale (no anzi la ricevuta elettorale).
Il referendum, voluto sostanzialmente dai governanti della Lega Nord, non era uno strumento obbligato e comporteranno solo una spesa totale di 64 milioni di euro: 50 milioni di euro quello lombardo (i tablet verranno dati in uso alle scuole). 14 milioni per quello veneto.
Alla fine verrà intavolata una trattativa, come ha già fatto a "costo zero" la Regione Emilia Romagna, per ottenere la gestione di quante più materie possibili nel pacchetto di quelle che la Costituzione indica come trasferibili o «concorrenti». Ventisei competenze in tutto che fanno parte del "regionalismo differenziato". Il menu è potenzialmente ricchissimo, dai giudici di pace alla sicurezza del lavoro, dalla tutela dell’ambiente ai beni culturali. Non è detto però che al trasferimento di competenze corrispondano equivalenti fondi.
In ogni caso Lombardia e Veneto non diventeranno Regioni a statuto speciale (ci vorrebbe un’apposita modifica costituzionale) né potranno gestire in proprio materie come sicurezza e immigrazione.
Quindi perché sono stati spesi 64 milioni di euro?
(foto: locandina) (11/10/2017)
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